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Psicologia Scolastica

LE MIE ESPERIENZE I tirocinii, il volontariato ed il successivo lavoro nel campo della tossicodipendenza e della psicologia infantile e dell’adolescenza  hanno fatto nascere in me negli anni un forte interesse per il mondo dei ragazzi,  spingendomi ad impiegare la mia professionalità in progetti di Prevenzione e Promozione del Benessere a scuola.

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Il mondo della scuola rappresenta infatti il luogo, reale e simbolico, maggiormente investito in quest’età, all’interno del quale i ragazzi vivono l’esperienza affettiva di relazione con i coetanei e con gli adulti, uno dei principali scenari in cui vengono proiettati i propri vissuti, sperimentate le proprie battaglie, giocati i propri conflitti fra bisogno di dipendenza e bisogno di autonomia.
Inoltre il contesto scolastico si configura come luogo privilegiato ove “raggiungere gli irraggiungibili”, ovvero quei soggetti difficilmente intercettabili anche dalla rete delle strutture sociosanitarie territoriali.
Il ruolo di Psicologa Scolastica mi ha permesso di mantenere vivo il rapporto con la parte più ricca di potenzialità, ma al tempo stesso più fragile, della nostra società.
Il lavoro di Prevenzione nei Gruppi-Classe, il servizio di Sportello d’Ascolto e la Formazione con i Docenti sono le attività attraverso le quali  quotidianamente mi confronto con il mondo della scuola e degli adolescenti, fatto di forti emozioni, relazioni intense, costruzione di un pensiero adulto e movimenti, talvolta veri e propri “strappi”, in quel processo di separazione-individuazione che rappresenta il principale compito evolutivo dei ragazzi in questa fase di vita.

L’EDUCAZIONE PSICOAFFETTIVA La metodologia che utilizzo negli interventi con i gruppi-classe è quella della Educazione Psicoaffettiva (o Socioaffettiva): è un processo educativo che si occupa di atteggiamenti, sentimenti, pensieri ed emozioni degli studenti. Implica un’attenzione per lo sviluppo personale e relazionale degli allievi e per la promozione della loro autostima, del loro sentirsi “bene nella propria pelle”. Privilegia la dimensione interpersonale e riconosce che lo sviluppo di capacità sociali e interpersonali è centrale nell’esistenza di ognuno.

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Conoscere e riconoscere le emozioni da una parte favorisce la comprensione dei propri stati interni e l’individuazione dei propri confini personali, fisici e psicologici, dall’altra consente all’adolescente di sintonizzarsi affettivamente con l’altro da sé, esercitando la propria capacità empatica. Viene agevolata inoltre la negoziazione dei conflitti tramite il metodo “senza perdenti”, il riconoscimento del punto di vista altrui e l’acquisizione di valori alla base della convivenza civile quali la tolleranza, la cooperazione e la solidarietà.
L’Educazione Psicoaffettiva sottolinea l’importanza di offrire sostegno agli studenti e di riconoscere che le componenti cognitive ed affettive dell’educazione sono collegate tra loro.
Come afferma Piaget “Non esiste quindi un’azione puramente intellettuale (nella soluzione di un problema matematico intervengono ad esempio sentimenti molteplici: interessi, valori, impressioni di armonia, ecc.) e neppure atti puramente affettivi (l’amore suppone sempre la comprensione), ma sempre e in ogni caso, sia nelle condotte relative agli oggetti, sia in quelle relative alle persone, intervengono entrambi gli elementi, giacchè uno suppone l’altro“.

Pur appartenendo ad ambiti differenti, il lavoro scolastico e quello clinico si sono andati via via contaminando l’un l’altro, arricchendo la mia professionalità psicologica, rendendola più varia e spendibile dinamicamente nei vari contesti di vita e di cura di adolescenti e pre-adolescenti.